Diritto amministrativo, di Sebastiano Licciardello
Il diritto amministrativo nasce dopo la Rivoluzione francese, con lo Stato di diritto e l’affermazione del principio di legalità e della divisione dei poteri. Consolidatosi fin dalla prima parte dell’Ottocento negli Stati dell’Europa continentale, in Italia il diritto amministrativo prima sostiene il formarsi dello Stato unitario, attraverso i suoi tratti fortemente autoritativi, e poi asseconda il passaggio progressivo dallo Stato liberale allo Stato democratico. Una evoluzione lenta che tende verso il ribaltamento del rapporto tra amministrazione e cittadino, verso l’affermazione della centralità dell’uomo rispetto al potere. Il volume, diviso in tre parti – sui principi, sull’organizzazione e sull’azione – tratta di questa evoluzione, da un modello di amministrazione accentrata e autoritativa, verso una amministrazione democratica, ovvero – come recita l’articolo 98 della Costituzione – «al servizio della nazione». Quest’ultimo modello inizia ad essere disegnato con le riforme degli anni Novanta del secolo scorso, attraverso la valorizzazione delle autonomie locali, la distinzione tra politica e amministrazione e la costruzione di un rapporto tendenzialmente paritario tra amministrazione e cittadino, sebbene stenti ancora oggi ad attuarsi.